I farmaci anti-riassorbitivi sono impiegati nel trattamento di diverse patologie metaboliche e oncologiche
I farmaci anti-riassorbitivi sono impiegati nel trattamento di diverse patologie metaboliche e oncologiche associate ad alterazione della densità e dell’architettura dell’osso. Se si deve iniziare una terapia con questi farmaci o li si sta già assumendo è importante informare il dentista perché i loro effetti a livello delle ossa del cavo orale potrebbero controindicare interventi odontoiatrici invasivi o richiedere cautele particolari.
I bisfosfonati sono una classe di farmaci in grado di rallentare il riassorbimento osseo, molto usati da oltre vent'anni nel trattamento dell’osteoporosi e di alcune malattie oncologiche che interferiscono con il corretto metabolismo osseo, a dosaggi e con schemi terapeutici differenti nei due casi. In alternativa, per indicazioni analoghe, il medico specialista può prescrivere un anticorpo monoclonale, come denosumab o romosozumab.
Accanto ai benefici terapeutici dimostrati, tuttavia, l’impiego di questi farmaci anti-riassorbitivi può comportare alcune criticità a livello delle ossa del cavo orale, che devono indurre a sottoporsi a un controllo odontoiatrico prima di iniziare ad assumerli e a informare sempre il dentista del trattamento in corso quando si devono effettuare interventi odontoiatrici di una certa importanza.
I farmaci anti-riassorbitivi sono farmaci preziosi per proteggere la salute delle ossa e, quando il medico li prescrive, vanno assunti con regolarità, seguendo fedelmente le sue indicazioni in merito a dosaggio, modalità di somministrazione e tempistiche del trattamento.
Le principali condizioni che possono rendere necessario il trattamento con un bisfosfonato o denosumab/romosozumab sono:
Come tutti i farmaci, accanto agli effetti terapeutici desiderati, anche i bisfosfonati e denosumab/romosozumab possono determinare alcuni effetti collaterali, nella maggioranza dei casi non gravi e ben tollerati.
Tuttavia, soprattutto in caso di terapia ad alto dosaggio (necessaria quando vengono prescritti contro le metastasi ossee o il mieloma multiplo) e/o di assunzione prolungata (diversi anni), l’azione di questi farmaci sul metabolismo osseo può esporre al rischio di complicanze più serie.
In particolare, è noto che, seppur molto raramente, i bisfosfonati e denosumab possono alterare il processo di guarigione ossea dopo interventi chirurgici invasivi a livello del cavo orale (es. avulsioni dentali, applicazione di impianti ecc.), con conseguenze anche gravi. Su questo fronte, i dati per romosozumab, autorizzato in Italia da Settembre 2022, sono ancora limitati in considerazione della più breve esperienza d’impiego.
L’evenienza peggiore che può riguardare una minima quota di pazienti in terapia con bisfosfonati o denosumab/romosozumab riguarda l’insorgenza di necrosi ossea secondaria (detta anche osteonecrosi della mandibola od OsteoNecrosis of the Jaw, ONJ): una condizione molto complessa da trattare e con prognosi non sempre favorevole.
Questa possibilità, estremamente rara, non deve scoraggiare né indurre a rinunciare al trattamento, ma impone l’adozione di alcune cautele prima di iniziare e/o durante l’assunzione dei bisfosfonati o denosumab/romosozumab, soprattutto sul fronte dell’igiene orale e delle cure odontoiatriche eventualmente necessarie.
Dal momento che i principi attivi della classe dei bisfosfonati sono numerosi e differenti tra loro per potenza d’azione e dosaggio somministrato nelle varie indicazioni cliniche, non è possibile fornire consigli di carattere generale, validi per tutti. E lo stesso vale per denosumab/romosozumab.
L’unica avvertenza che tutti i pazienti devono rispettare è informare sempre il dentista di fiducia della necessità di avviare un trattamento con uno di questi farmaci anti-riassorbitivi o della terapia già in corso, precisando di quale specifico bisfosfonato o anticorpo monoclonale si tratta e a quale dosaggio è stato prescritto.
Dal momento che le situazioni cliniche e odontoiatriche di ciascun paziente sono molto variabili è, inoltre, fondamentale mettere in contatto diretto il medico specialista che ha prescritto il farmaco anti-riassorbitivo con il dentista di fiducia, per permettergli di confrontarsi tra loro e scegliere insieme l’approccio terapeutico ottimale da adottare per garantire al paziente il controllo della patologia ossea od oncologica e, nel contempo, prevenire o curare le problematiche orali, nella massima sicurezza.
Gli specialisti che possono essere coinvolti nella prevenzione e gestione della ONJ sono: