La diagnosi di serramento e bruxismo si basa sull’osservazione da parte del dentista
Stringere i denti è un’abitudine molto più frequente di quanto si possa immaginare. Ma pochi ne sono consapevoli, con il risultato di arrivare spesso tardi alla diagnosi, rischiando di causare seri danni ai denti. Ecco qualche consiglio per accorgersene e rimediare in tempo.
Perché si stringono i denti
Quando la chiusura delle arcate è statica, si parla di serramento, mentre, se è dinamica si tratta di bruxismo. Entrambe vengono considerate “parafunzioni” del cavo orale, ossia attività che non hanno nessuna delle funzionalità fisiologiche della bocca (masticare, parlare, deglutire ecc.).
Le cause di queste parafunzioni sono molteplici e non tutte chiarite. Le principali sono:
L’abitudine al fumo, il consumo eccessivo di caffeina e di alcolici sono elementi peggiorativi.
Come si arriva alla diagnosi
La diagnosi di serramento e bruxismo è tipicamente clinica e si basa sull’osservazione da parte del dentista di segni di usura dei denti o delle alterazioni muscolo-articolari che ne derivano.
Soltanto in alcuni casi è indicata una valutazione con polisonnografia per verificare la presenza di eventuali disturbi del sonno. Gli esami radiografici non sono necessari per formulare la diagnosi.
I sintomi tipici di serramento e bruxismo
La sintomatologia di serramento e bruxismo può essere molto differente da persona a persona.
In tutti i casi, è presente un’abrasione delle superfici masticanti dei denti, che può essere talmente marcata da portare a:
A questo si possono aggiungere un dolore muscolare acuto o cupo, di tipo infiammatorio o tensivo, che tipicamente interessa i muscoli masseteri (quelli delle guance), ma che può estendersi anche ai muscoli del collo e della nuca, fino a causare vere e proprie cefalee muscolo-tensive.
Anche l’articolazione temporo-mandibolare può essere danneggiata dall’abitudine di serrare i denti. In questo caso, i disturbi variano molto, andando da semplici “rumori articolari” a episodi di dolore intenso (che spesso il paziente confonde con il mal d’orecchio) fino a limitazioni dei movimenti mandibolari, sia in apertura sia in chiusura.
Come rimediare, in modo semplice
Una volta effettuata la diagnosi clinica, la terapia comprende:
Va considerato che la sintomatologia dolorosa acuta può avere una remissione spontanea, ma è generalmente destinata a ripresentarsi dopo periodi di benessere, se l’abitudine a serrare i denti non viene contrastata.
Il danno dentale, invece, si instaura in modo lento e progressivo, spesso senza che la persona interessata se ne accorga, ma è difficilmente recuperabile se non con interventi protesici. È, quindi, fondamentale intercettare il problema fin dall’esordio e prevenirne il peggioramento con l’utilizzo del bite notturno.
L’approccio multidisciplinare vince
Nei casi in cui serramento o bruxismo sono chiaramente riferibili a uno stato di ansia o stress, è consigliabile prevedere, in aggiunta alla valutazione odontoiatrica, anche un consulto psicologico/psichiatrico per rimuovere all’origine la causa o la principale aggravante del disturbo. Ne gioverà anche la qualità della vita su altri fronti.
Se l’abitudine a stringere i denti è associata alla presenza di disturbi del sonno, una valutazione da parte di uno specialista in Medicina del sonno può aiutare a risolvere entrambi i problemi, in collaborazione con l’odontoiatra.
Forse serri i denti se...
Se ti riconosci in queste manifestazioni, chiedi una valutazione al tuo dentista di fiducia.