Perché la collaborazone tra otorinolaringoiatra, odontoiatra e chirurgo maxillo-facciale è fondamentale?
Per la stretta vicinanza tra seni paranasali e radici dei denti dell’arcata superiore, le patologie che interessano i primi spesso hanno ripercussioni sulle seconde, e viceversa. Ciò fa sì che, in molti casi, per un trattamento ottimale delle problematiche a carico di questa area anatomica sia necessaria la collaborazione tra i tre specialisti di riferimento: l’otorinolaringoiatra, l’odontoiatra e, talvolta, il chirurgo maxillo-facciale, che possono dover intervenire contestualmente o in successione.
Ma che cosa sono i seni paranasali e da quali disturbi possono essere interessati?
I seni paranasali
All’interno delle ossa cranio-facciali (frontale, orbitali, mascellari, parti ossee del naso, sfenoide ed etmoide), sono presenti cavità più o meno ampie e articolate, chiamate seni paranasali.
I seni paranasali fanno parte del sistema respiratorio e hanno la funzione di:
Alcune cavità paranasali sono molto piccole e asimmetriche (cioè localizzate in un solo punto), mentre altre sono ampie e simmetriche (ossia presenti ai due lati del volto). In condizioni di salute, tutti i seni paranasali sono pieni d’aria e in comunicazione tra loro e con l’ambiente esterno.
I seni paranasali sono generalmente sette, suddivisi in:
I seni paranasali di maggior interesse odontoiatrico sono quelli mascellari, essendo posizionati direttamente sopra i processi alveolari e le radici dei denti dell’arcata superiore, al punto che queste ultime a volte protrudono nel pavimento dei seni mascellari. Ciò fa sì che alcune patologie dentarie dell’arcata superiore possano interessare, per contiguità, anche i seni mascellari.
Il muco e la clearance mucociliare
Come tutto l’albero respiratorio, le cavità paranasali sono rivestite da una mucosa dotata di “microciglia”: microscopiche propaggini che, muovendosi continuamente come i peli di una spazzola, spostano il muco prodotto dai seni paranasali verso le cavità nasali posteriori, attraverso le quali passa nel canale digestivo e viene eliminato (clearance mucociliare).
Il muco ha la funzione di umidificare l’aria inspirata dal naso, ma soprattutto di inglobare ed eliminare batteri, funghi e sostanze nocive che si depositano nei seni paranasali.
Muco e clearance mucociliare sono, quindi, fondamentali per mantenere sgombre e in salute le cavità paranasali: l’interruzione di questo meccanismo di pulizia può portare a patologie più o meno importanti dei seni stessi e dell’albero respiratorio in generale.
La sinusite
Uno dei principali fattori in grado di bloccare la clearance mucociliare è l’assenza di ossigeno, generalmente legata all’ostruzione di una cavità paranasale, con conseguente impossibilità per l’aria inspirata dal naso di raggiungere la mucosa di rivestimento del seno.
Quando accade, le ciglia smettono di muoversi, il muco ristagna, i batteri e i funghi presenti al suo interno proliferano e causano: prima, una reazione infiammatoria edematosa o polipoide, che fa gonfiare la mucosa del seno paranasale interessato; poi, in alcuni casi, l’infezione dei seni paranasali, nota come “sinusite”.
La sinusite può presentarsi in molte forme:
Inoltre, la sinusite può interessare un solo seno (es. sinusite mascellare), tutti i seni di un lato del volto (emi pan-sinusite) oppure tutti i seni paranasali in generale (pan-sinusite).
Sintomi della sinusite
I sintomi della sinusite sono piuttosto generici e variabili in funzione della causa e dei seni paranasali coinvolti.
A volte, la sinusite non dà alcuna manifestazione significativa e la diagnosi avviene in modo del tutto casuale, effettuando un esame radiologico al volto, come per esempio una radiografia panoramica o una TAC preliminari a interventi odontoiatrici.
Quando si manifestano, i sintomi tipici della sinusite mascellare comprendono:
In considerazione della contiguità tra i seni mascellari, l’osso alveolare e le radici dei denti dell’arcata superiore, è intuibile che qualsiasi patologia infiammatoria, traumatica, degenerativa o tumorale dei denti dell’arcata superiore possa causare una sinusopatia o una sinusite mascellare secondaria.
In questi casi, si parla di “sinusite mascellare odontogena” che, generalmente, interessa un solo lato del volto, corrispondente a quello dell’emi-arcata dentaria superiore interessata dal problema odontoiatrico specifico.
All’opposto, anche se molto più raramente, una sinusite primitiva del seno mascellare può avere ripercussioni sugli elementi dentali che si affacciano alla sua base, causando dolore e/o infiammazione.
Ecco perché il corretto approccio alla sinusite odontogena è necessariamente multidisciplinare e deve coinvolgere i tre specialisti di riferimento per quest’area anatomica: l’odontoiatra, l’otorinolaringoiatra ed, eventualmente, il chirurgo maxillo-facciale.
Patologie dentarie che possono causare sinusite odontogena
Diagnosi della sinusite odontogena
Oltre all’indispensabile esame obiettivo otorinolaringoiatrico (con endoscopia nasale) e odontoiatrico e alla valutazione dei sintomi, l’esame chiave per la diagnosi di sinusite odontogena è la TAC del massiccio facciale ad alta risoluzione (HR), senza mezzo di contrasto.
La RMN (con e senza mezzo di contrasto) è, invece, riservata ai casi in cui si sospetta la presenza di micetomi (infezioni fungine dei seni mascellari) o di interessamenti tumorali del massiccio facciale.
Attualmente, l’utilizzo abituale in odontoiatria della TAC Cone Beam 3D (CBCT) permette di evidenziare anche infiammazioni dei seni mascellari asintomatiche, con una sensibilità tale da portare a considerare odontogena il 30-40% delle patologie dei seni mascellari.
Anche per questa ragione la collaborazione tra l’odontoiatra e l’otorinolaringoiatra è frequente e molto importante nel trattamento della sinusite mascellare.
A volte, è l’otorinolaringoiatra che, evidenziando una sinusite di origine odontogena, coinvolge il dentista per una verifica dello stato dell’arcata dentaria corrispondente, mentre altre volte è il dentista a rilevare una sinusite durante valutazioni odontoiatriche tese ad altri scopi e a coinvolgere l’otorinolaringoiatra per approfondire la situazione a livello dei seni paranasali.